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Il grande business dell’acqua

Il grande business dell’acqua

* I Comuni Finanziati per Ripianare i conti Raccolta rifiuti
* Rinascita Isolana Pubblici I redditi degli amministratori
* 48 ‘o muorto ca parla … nel cimitero di Isola delle Femmine
* Ecstasy dalla Germania, 8 arresti tra Carini e Cinisi
* Comuni Sciolti per mafia aggiornato
* Si va verso la sfiducia al primo cittadino
* Messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
* Sindaco Giunta e Consiglieri Comunali sfiduciati
* Obbligo per i Comuni Albo Pretorio telematico da Luglio 2010
*Porto Empedocle La Italcementi Potenzia l’impianto

* Caro Signor Presidente del Consiglio Ragioniere Giucastro Signori Consiglieri e Signor Sindaco

C’è un sistema infallibile per non essere accusati di mafia: non incontrare mafiosi, non andare a cena con loro né ai loro matrimoni e soprattutto non stipulare con loro “patti elettorali ferrei”. E’ dura, ma ce la si può fare.

Il grande business dell’acqua

Riaprire il dibattito sulla “privatizzazione” dell’acqua per sventare un affare colossale.

 

acqua

ROMA – Il dibattito tra chi parla di “privatizzazione” dell’acqua e chi di “liberalizzazione”, è quasi scomparso sui media a seguito dell’approvazione della legge. La norma produrrà già da quest’anno rilevanti effetti sul piano economico e sociale. Dal 1994 (legge Galli) i Comuni, riuniti in ATO (ambiti territoriali ottimali; territorio dove si organizza il servizio idrico integrato) hanno l’obbligo di redigere un Piano di Ambito (piano dove sono definiti gli interventi per il servizio idrico). Il fabbisogno d’investimenti dei Piani approvati, ammonta a 60,5 mld di euro. La metà riguarda gli acquedotti (Blue Book 2009).

Il “Rapporto sullo stato dei servizi idrici“, del Comitato di Vigilanza dei Servizi Idrici del Ministero dell’Ambiente , fornisce numerosi elementi per fare chiarezza. Gli ATO hanno affidato il servizio idrico integrato (acquedotti, fognature, impianti di depurazione) a 114 società. Il 51 % è società in house (società pubbliche di affidamento diretto del servizio). Il dato del 90% fornito da quanti denunciavano l’eccesso di pubblico negli affidamenti è errato. E’ il Nord a detenere il primato degli affidamenti in house. La norma approvata intima la fine delle gestioni in house, improrogabilmente entro il 31 dicembre 2011, a meno che le Amministrazioni non cedano il 40% del capitale a soggetti privati.

Gli investimenti previsti nel servizio idrico integrato dalle società in house ammontano nei prossimi 5 anni a 3,6 mld di euro. Qualcuno può ragionevolmente ritenere che le banche finanzieranno tali investimenti, con la spada di Damocle della scadenza del dicembre 2011 ? Risulteranno congelati pertanto investimenti per 2,4 mld di euro , che nella migliore delle ipotesi si realizzeranno nel 2013 ! Danni sociali e danni economici per lo stallo nella spesa in conto capitale (investimenti tagliati per 8 mld di euro: DPEF).

La Commissione Europea con la Comunicazione “Strategia per il mercato interno 2003/2006” si è espressa contro la “liberalizzazione” dei servizi idrici , rilevando che lo strumento del mercato mal si adatta al settore. E ancora la Corte di Giustizia legittima le società in house mentre la legge approvata le vede come eccezioni. Ritengo che formalmente non è una privatizzazione perché in nessuna norma è previsto l’obbligo della vendita delle società in house. Non è nemmeno una liberalizzazione perché impossibile cambiare fornitore in caso d’incremento dei costi o di diminuzione di qualità. La norma non è altro che il “lasciapassare” per gli ex grandi imprenditori manifatturieri, di appropriarsi del più vitale tra servizi monopolistici, assicurandosi ricche rendite al riparo della concorrenza straniera.

Il cerchio normativo è chiuso dall’assenza di norme che regolano le gare (né price cap né gare vincolate al rapporto prezzo/qualità) e la mancata Autorità Centrale. Una sola lezione: i Comuni obbligati a vendere le quote azionarie introiteranno 1,8 mld di euro ( Federutility)che consentirà di mascherare il contributo dei leghisti alla distruzione della autonomia dei Comuni (abolizione ICI e blocco addizionali IRPEF e IRAP).La storia delle privatizzazioni italiane è amara: dovevano servire alla diminuzione del debito pubblico (siamo ai livelli del 1990).

Le liberalizzazioni nei servizi hanno prodotto aumento dei prezzi, diminuzione della qualità e regalo ai grandi gruppi. E nulla è stato fatto invece per l’abolizione delle “scatole cinesi” (acquisto di società controllanti con minimo esborso di risorse): nel 2001 Telecom del valore di 92 mld di euro fu possibile controllarla spendendo 17 mln di euro. Legiferate in questo scandalo normativo e non su un diritto come l’acqua, perché così facendo prossimamente ci tasserete anche l’aria!

Erasmo Venosi
22 gennaio 2010 da Terra

http://massimo.delmese.net/9985/il-grande-business-dellacqua/#comment-7825

Acque Potabili Siciliane A.T.O Rifiuti :
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/06/elezioni-amministrative-dichiarazione_3897.html


Sblocco tariffe CIPE
Deliberazione 117/08 pubblicata il 26/3/2009

Aumento per recupero inflattivo 2003-2007: max
 
 
5% (applicabile dall’1/06/09)
 


Recupero quota investimenti 2003-2008: max
 
 
7,8% (applicabile dall’1/07/09)


Aumento 2009: max
 
 
5% (applicabile dall’1/07/10)


http://www.acquepotabilispa.it/files/documenti/Presentazione_Bilancio_ai_Soci_-_Assemblea_Ordinaria_del_22_aprile_2009.pdf

http://www.acquepotabilispa.it/files/altri/Verbale%20Assemblea%20Acque%20Potabili%20del%2022%20aprile%202008.pdf

*ACQUA PORTOBELLO vota aumento tariffa
http://www.atoidricopalermo.it/file/conferenze/Verbali%20conf.%20del%208%20e%209%20lug.%202009.pdf

*ACQUA PORTOBELLO non partecipa al bilancio previsione 2009 Partecipa AIELLO (assunzioni?)
http://www.atoidricopalermo.it/file/conferenze/Verbali%20conf.%20del%2021%20e%2022%20lug.%202009.pdf

ACQUA PUBBLICA, RIPRENDIAMOCI IL FUTURO! (documento conclusivo del Secondo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)
Aprilia, 22-23 novembre 2008
 

Sono stati due anni e mezzo importanti quelli che il movimento per l’acqua ha trascorso dal primo Forum del marzo 2006 ad oggi.
Abbiamo messo in comune le nostre esperienze di lotta e di mobilitazione nei territori per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e contro la sua privatizzazione.
Abbiamo collettivamente scritto una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e la sua gestione pubblica e partecipativa.
Abbiamo costruito una campagna di raccolta firme che per sei mesi ha visto iniziative in ogni angolo del paese e ci ha permesso di raccogliere oltre 400.000 firme.
Abbiamo realizzato la prima manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, con 40.000 persone che hanno sfilato per le strade della capitale.
Abbiamo intensificato, diffuso, approfondito le mobilitazioni territoriali contribuendo a costruire il nuovo alfabeto dei beni comuni e della partecipazione dal basso.
Abbiamo costruito un movimento unito e articolato, radicale nella volontà di cambiamento e inclusivo delle differenze e delle culture d’appartenenza, partecipato e democratico.
Abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza per costruire la Rete Europea per l’acqua pubblica, che ha visto il suo atto di nascita nel recente Forum Sociale Europeo di Malmoe.
Nel frattempo molte cose sono cambiate, dando ancora più forza alle nostre ragioni.
Il mondo è oggi attraversato dalla più importante crisi economica e finanziaria che la storia ricordi, mentre si è approfondita la crisi alimentare globale e si è definitivamente appalesata la crisi ecologica e resi evidenti i primi effetti permanenti dei cambiamenti climatici planetari.
Un modello di ordine mondiale, fondato sul pensiero unico del mercato, sull’accaparramento predatorio delle risorse naturali, sulla mercificazione dei beni comuni e la loro consegna ai grandi capitali finanziari, sullo svuotamento della democrazia e della partecipazione popolare sta dimostrando il proprio completo fallimento.
Il “crack” globale dell’economia finanziaria rappresenta l’esito di trenta anni di politiche liberiste, basate sull’assioma “privato è bello”, sulla deregolamentazione del lavoro, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sulla espropriazione dei diritti sociali.
Oggi sono i grandi poteri bancari e finanziari ad invocare l’intervento pubblico e il sostegno statale.
Oggi sono i più sfrontati liberisti a dichiarare il fallimento del mercato.
Lo scopo è chiaro : ottenere un nuovo travaso di risorse dalle collettività ai poteri forti per rilanciare i flussi finanziari mondiali e riprendere l’espropriazione di risorse.
Così si chiedono sostegni pubblici alle banche, mentre si approvano normative –come l’art. 23 bis della Legge n. 133/2008- che perseguono la definitiva messa sul mercato dei servizi pubblici locali, a partire dall’acqua e dal servizio idrico integrato.
Così si approvano normative per il drastico taglio dei fondi alle scuole di ogni ordine e grado, si inasprisce la precarietà e ci si appresta ad eliminare il contratto collettivo nazionale per il mondo del lavoro.
“Noi la vostra crisi non la paghiamo” dichiara uno straordinario movimento per la scuola pubblica, una “Onda anomala” di studenti, universitari, maestre, genitori, insegnanti, precari, che ha aperto una nuova fase della mobilitazione sociale, con al centro la lotta contro la privatizzazione del sapere e la riappropriazione di uno spazio pubblico, come luogo dei beni comuni, dei diritti sociali e della democrazia.
“Noi la vostra crisi non la paghiamo” risponde un mondo del lavoro che rifiuta la socializzazione degli oneri della crisi finanziaria e chiede un nuovo intervento pubblico a sostegno delle fasce deboli della popolazione e per la definizione di un nuovo modello di produzione basato sugli interessi collettivi e la sostenibilità ambientale e sociale.
“Noi la vostra crisi non la paghiamo” rilanciano i movimenti per i beni comuni e le loro lotte territorialmente diffuse, ponendo al centro della propria iniziativa la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, la loro cura e conservazione per le generazioni future, la loro gestione partecipata dai cittadini, dai lavoratori e dalle comunità locali, come motore di una ricostruzione dei legami sociali, di una riaffermazione dei diritti collettivi, della riproduzione di un’appartenenza sociale aperta e condivisa.
In una parola, di una nuova democrazia e di un altro mondo possibile.
Lo sciopero generale del 12 dicembre, in questo quadro, diventa un punto di unificazione sociale fondamentale e può costituire un momento a partire dal quale porre il tema di un diverso modello produttivo e sociale, alternativo a quello avanzato dal pensiero unico neoliberista. Per questo saremo presenti, con la nostra specificità, a tale appuntamento.
In questo contesto, il movimento per l’acqua è chiamato ad un ancora più forte rilancio della propria iniziativa, per mettere in campo una mobilitazione ampia, diffusa e determinata contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali, per il ritiro dell’art. 23-bis della Legge n. 133/200, per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa e la riappropriazione sociale dei beni comuni.
Abbiamo voluto realizzare questo secondo Forum italiano dei movimenti per l’acqua ad Aprilia, la cui mobilitazione popolare è stata in tutti questi anni uno dei cuori del nostro movimento, per la diffusione capillare della protesta, per la tenacia della lotta contro la privatizzazione, per la capacità di autorganizzazione dal basso.
Vogliamo qui ribadire la nostra totale solidarietà alla lotta di Aprilia e il nostro reciproco impegno affinché sia proprio da questo territorio martoriato che parta la necessaria inversione di rotta e fiorisca una delle prime esperienze di ripubblicizzazione dell’acqua.
Con Aprilia salutiamo tutte le altre decine di lotte e di vertenze aperte nel paese.
Siamo idealmente e concretamente al fianco di ognuna di esse, consapevoli che ogni passo avanti conquistato in ciascun territorio renderà più forte la nostra battaglia comune.
Ai comitati di Nola e dei comuni limitrofi auguriamo il successo nel referendum del prossimo dicembre, ottenuto con costanti e importanti mobilitazioni popolari.
E salutiamo con grande calore e solidarietà le lotte e le conquiste ottenute dai movimenti sociali a livello internazionale : dall’America Latina, dove paesi come l’ Uruguay, la Bolivia, il Venezuela e l’Ecuador, hanno cacciato le grandi multinazionali e inserito nelle proprie Costituzioni l’acqua come diritto umano universale e la gestione partecipativa e comunitaria del servizio idrico, fino alla città di Parigi, che proprio in questi giorni approva la ripubblicizzazione dell’acqua e la sua gestione partecipativa, liquidando mezzo secolo di gestione in mano a Suez e Veolia, le due più grandi multinazionali dell’acqua, sconfitte nel cuore del loro impero.
Salutiamo la nascita del Coordinamento nazionale degli enti locali per la ripubblicizzazione dell’acqua, come un altro importante passo per la ricostruzione di una diversa democrazia locale, basata sulla riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni.
Agli amministratori locali che ne fanno parte chiediamo un forte impegno per la diffusione e l’estensione della partecipazione di più enti locali possibili, ma anche il coraggio di osare il cambiamento nei propri territori, favorendo la partecipazione dal basso e costruendo le condizioni, qui ed ora, per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Riaffermiamo come elemento centrale per la lotta del movimento per l’acqua il coinvolgimento diretto dei lavoratori del servizio idrico, la cui partecipazione ci impegnamo a costruire in ogni luogo di lavoro, costruendo la più ampia collaborazione con la lotta dei comitati.
Un Forum da cui usciamo con la conferma di alcuni elementi e impegni strategici :
a) la centralità delle lotte territoriali, che ci impegnamo a diffondere ed estendere in tutto il paese, attraverso la costruzione di una vertenzialità diffusa, per interrompere dovunque gli ingranaggi della privatizzazione e aprire in tutti i luoghi possibili la strada della ripubblicizzazione.
In questa direzione ci impegnamo a costruire campagne e vertenze a partire dai seguenti punti :
1) verifica puntuale dei contratti di affidamento in corso e, laddove ne sussistano le condizioni, richiesta di risoluzione degli stessi per nullità, colpa e violazione;
2) vertenza generalizzata contro il sistema tariffario, dal contrasto ai continui aumenti delle tariffe alla rimessa in discussione della quota fissa, dalla restituzione degli importi devoluti in seguito all’illegittima retroattività degli aumenti alla sperimentazione di forme di autoriduzione tariffaria per il 7%, previsto come remunerazione del capitale investito;
3) vertenza sulle quote tariffarie relative a fognatura e depurazione, per la restituzione ai cittadini, nei territori sprovvisti, delle somme indebitamente riscosse in tutti questi anni e dichiarate illegittime dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10/10/2008;
4) vertenza sulla lotta agli sprechi e alla corruzione.
b) il rilancio di una forte vertenza nazionale, dalla richiesta di ritiro dell’art. 23 bis della Legge n. 133/08, in merito al quale valuteremo anche la possibilità di un ricorso per incostituzionalità, alla moltiplicazione degli enti locali che deliberino nei propri statuti la dichiarazione del servizio idrico integrato come “servizio privo di rilevanza economica”, a iniziative di mobilitazione che conquistino alla battaglia per l’acqua pubblica una nuova centralità dentro l’agenda politica nazionale, aprendo la strada alla legge d’iniziativa popolare.
Su questo specifico punto demandiamo al prossimo coordinamento nazionale –luogo aperto alla partecipazione di tutte/i- il compito di formulare proposte concrete da sottoporre alla consultazione di tutto il movimento per l’acqua.
Nell’incrocio tra rilancio delle vertenze territoriali e di quella nazionale, particolare attenzione va dedicata al tema delle multiutilities e dei loro processi di aggregazione, che si configurano sempre più come la più compiuta mercificazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni, l’espropriazione dei territori e lo svuotamento della partecipazione democratica. Su questo terreno, oltre alla messa in campo di più precisi elementi di conoscenza ed osservazione del fenomeno, dando gambe alla costruzione di un vero e proprio “Osservatorio sulle multiutilities”, occorre iniziare a praticare, attraverso la connessione delle varie realtà territoriali interessate, vere e proprie vertenze che si diano l’obiettivo di mettere in discussione i cardini su cui poggiano le scelte di finanziarizzazione e deterritorializzazione che vedono protagoniste le multiutilities.
Ma da questo Forum usciamo anche con alcune importanti innovazioni di strategia, dettate come sempre dalle esperienze concrete, sperimentate nelle mobilitazioni territoriali e nella vertenza nazionale:
c) l’allargamento del nostro raggio d’azione, attraverso la costruzione, attorno alla nostra lotta contro la privatizzazione dell’acqua, di una piattaforma generale di mobilitazione sull’intero ciclo dell’acqua : dalla lotta per il diritto ad un’acqua di qualità e contro gli inquinamenti e le nocività, a quella contro l’imbottigliamento commerciale della stessa; dalla lotta per la conservazione della risorsa a quella contro gli usi dissennati della stessa in campo agricolo, industriale, energetico e urbanistico.
d) l’impegno europeo ed internazionale per rafforzare le lotte che in tutti i paesi del mondo si stanno diffondendo per la riappropriazione sociale dell’acqua, contro le multinazionali e le grandi istituzioni finanziarie dell’economia liberista; in questa direzione, oltre a riaffermare il nostro impegno nella Rete Europea per l’acqua pubblica, saremo direttamente presenti al Forum Sociale Mondiale di Belem nel gennaio 2009 e parteciperemo alla costruzione del Forum alternativo che, nel marzo 2009, a Istanbul vedrà tutti i movimenti internazionali per l’acqua contestare il forum mondiale dell’acqua, gestito dalle multinazionali e dai governi.
e) l’apertura e il confronto con altre esperienze di movimento e di mobilitazione in difesa dei beni comuni, a partire dai beni comuni naturali, dall’energia ai rifiuti, la cui connessione con la lotta per l’acqua pubblica si è resa concretamente evidente e consentirà, nella specificità di ogni percorso, la costruzione di nuove sinergie e di comuni percorsi di mobilitazione.
Mentre, a proposito di beni comuni, riteniamo che la mutata fase sociale, dovuta al crollo del liberismo fondato sulla finanziarizzazione dell’economia e della società e alla grande reattività sociale apertasi contro le privatizzazioni e per la costruzione di un nuovo spazio pubblico, apra le porte a nuove connessioni in difesa dei beni comuni sociali, dalla casa alla sanità, dai trasporti alla scuola, dall’istruzione alla conoscenza.
In questo senso, salutiamo tutte le mobilitazioni in corso nel paese per la difesa della scuola pubblica, per il diritto all’istruzione, alla formazione e alla conoscenza, e contro la mercificazione dei saperi.
Esprimiamo loro la più completa solidarietà, mentre ci impegnamo a produrre fra le nostre reciproche esperienze di mobilitazione le più ampie sinergie e connessioni possibili.
La loro lotta è la nostra, la nostra lotta è la loro.
In questi giorni ad Aprilia ci siamo di nuovo incontrati, abbiamo confrontato le nostre esperienze, abbiamo socializzato i saperi e le pratiche.
Torniamo nei territori con nuova fiducia e altrettanta determinazione.
Perché il futuro ci appartiene.
Insieme sapremo riprendercelo.
 

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
 
 
 
 

Paolo Carsetti
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 – 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: http://www.acquabenecomune.org/

http://www.isolapulita.it/

Acqua
Bene comune in pericolo
 
Le donne e gli uomini per vivere hanno bisogno dell’acqua. Quindi l’acqua è un diritto che però non viene ancora riconosciuto né a livello mondiale ( ONU) né a livello europeo ( UE), né a livello italiano.
 
L’acqua non è infinita. La quantità disponibile sulla terra è in drastica riduzione a causa dell’inquinamento dei fiumi e del terreno. Inoltre c’è lo sfruttamento incontrollato delle falde acquifere. In Italia si continua ad aumentare il prelievo delle falde profonde, si fa poco per ridurre le perdite negli acquedotti ( in alcuni casi le perdite superano il 40%) e le multinazionali stanno prosciugando le sorgenti di acqua per imbottigliarla.
 
Il 6 agosto 2008 il Parlamento italiano ha votato la legge 133 dove all’art. 23 bis si fa obbligo ai comuni di privatizzare tutti i servizi pubblici locali, compreso il servizio dell’acqua. Nelle città d’Italia dove l’acqua è stata privatizzata ( Terni, Latina Aprilia) la bolletta è aumentata oltre tre volte e la manutenzione non è migliorata.
 
Tutto ciò sta avvenendo nell’indifferenza generale. Né i partiti, né i sindacati, né la Chiesa, né la maggioranza dei cittadini si stanno preoccupando.
 
DIAMOCI DA FARE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
1 non sciupiamo l’acqua del rubinetto
2 beviamo l’acqua del rubinetto che è controllata ogni giorno e costa poco
3 non compriamo l’acqua minerale che costa molto e produce tonnellate di rifiuti e inquinamento ( 10 miliardi di bottiglie all’anno da smaltire solo in Italia, più l’inquinamento per il trasporto)
4 spediamo lettere al Sindaco Letizia Moratti e al Presidente Consiglio Comunale Manfredi Palmeri (palazzo Marino, p.za Scala, 2 20121 Milano ) – al Presidente Provincia di Milano Filippo Penati ( via Vivaio, 1 20100 Milano), al Governatore Regione Lombardia Roberto Formigoni ( via Pola, 14 20124 Milano) , al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ( palazzo Chigi p.za Colonna 370 00187 Roma ) – dicendo che: – l’acqua deve essere riconosciuta un diritto di tutti – l’acqua non deve essere privatizzata perché è un bene comune prezioso, indispensabile che deve rimanere un servizio pubblico, – si faccia un piano di investimenti pubblici per riparare le reti idriche – si finanzino progetti pubblici per portare l’acqua potabile a chi nel mondo non ne ha.
Tutti hanno diritto ad avere almeno 50 litri pro capite al giorno. Noi italiani ne consumiamo in media 190 litri a testa
sindaco.moratti@comune.milano.itpresidenzaCC@comune.milano.it) presidenza@provincia.milano.it ), roberto_formigoni@regione.lombardia.it )
 
coordinamento Nord Sud del Mondo (per info 02.38002691)
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/06/elezioni-amministrative-dichiarazione_3897.html

* I Comuni Finanziati per Ripianare i conti Raccolta rifiuti
* Rinascita Isolana Pubblici I redditi degli amministratori
* 48 ‘o muorto ca parla … nel cimitero di Isola delle Femmine
* Ecstasy dalla Germania, 8 arresti tra Carini e Cinisi
* Comuni Sciolti per mafia aggiornato
* Si va verso la sfiducia al primo cittadino
* Messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
* Sindaco Giunta e Consiglieri Comunali sfiduciati
* Obbligo per i Comuni Albo Pretorio telematico da Luglio 2010
*Porto Empedocle La Italcementi Potenzia l’impianto

* Caro Signor Presidente del Consiglio Ragioniere Giucastro Signori Consiglieri e Signor Sindaco

C’è un sistema infallibile per non essere accusati di mafia: non incontrare mafiosi, non andare a cena con loro né ai loro matrimoni e soprattutto non stipulare con loro “patti elettorali ferrei”. E’ dura, ma ce la si può fare.

TAR Napoli, Sez. I, 15 giugno 2006 / 02 agosto 2006, n. 7783 (Pres. Donadono, est. Severini)
S’è affermato di recente, da parte della Sezione, che: “Lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, ai sensi dell’art. 143 d. lg. 267/00, non esige né la prova della commissione di reati, né che i collegamenti tra l’amministrazione e le organizzazioni criminali risultino da prove inconfutabili; sono sufficienti, invece, semplici “elementi” (e quindi circostanze di fatto anche non assurgenti al rango di prova piena) di un collegamento e/o influenza tra l’amministrazione e i sodalizi criminali” (T.A.R. Campania Napoli, sez. I, 06 febbraio 2006, n. 1622); e, ancora, che: ”Ai fini della valutazione della legittimità del provvedimento prefettizio di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, è irrilevante il fatto che gli elementi acquisiti dimostrino la sussistenza soltanto di un collegamento tra associazioni mafiose e organi di gestione, quando risulti comunque che gli organi elettivi siano gravemente venuti meno ai propri doveri di vigilanza e controllo sull’apparato gestionale – amministrativo dell’ente locale” (T.A.R. Campania Napoli, sez. I, ibidem).
Art. 416-ter, codice penale – Scambio elettorale politico – mafioso
La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro.

 

Leggi gli aggiornamenti sull'”isola felice” del Sindaco Professore Gaspare Portobello e dell’Assessore all’ambiente dr. Cutino Marcello con la benedizione del vicepresidente del Consiglio geom Dionisi Vincenzo (fussi pi mia ti farei scurar u blogg. dichiarazione del 21 dicembre ore 20,08)

clicca qui……. Isola delle Femmine Razzanelli Operazione EOS

Dicevasi che……… Nel paese della bugia, la verità è una malattia (Il Sindaco)
Caricato da isolapulita. – Guarda gli ultimi video.

“Sindaco” Portobello La bugia è una mezza verità

Dicevasi che……… Nel paese della bugia, la verità è una malattia (Il Sindaco)

 

Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, Buongiorno, Buon pomeriggio oppure Buona sera, ciò dipende da quando Lei mi concede il piacere di leggermi. Comunque un consiglio per Lei, la lettura mai a ridosso dei pasti.

Prima di entrare in argomento Signor “Sindaco” mi permetta di congratularmi con Lei per la capacità a dimenticare alcune scomode VERITA’ che Lei garbatamente tende spesso e volentieri ad “omettere”, ma soprattutto le mie congratulazioni per la Sua capacità di cambiare posizione repentinamente e senza nemmeno avvertire il Suo Assessore all’Ambiente dr. Marcello Cutino. Mi creda Signor “Sindaco” mi vedevo già Lei sotto i riflettori delle telecamere e assediato dai flash dei fotografi mentre Lei con cazzuola e cemento posava la prima pietra della costruzione, a Isola delle Femmine, del traliccio per l’installazione dell’antenna Radar atta a rilevare il Wind Shear , così come leggiamo da una Sua missiva, che Lei responsabilmente ha FIRMATO, alla Società Marisicilia protocollo 1423 del 27 gennaio 2006.

Per carità Signor “Sindaco” mi creda non voglio certamente tornare di nuovo sulla Sua affidabilità o sulla Sua coeerenza e neanche sulla Sua credibilità, mi preme invece attirare la Sua attenzione sui rischi politici giuridici ed istituzionali che Le possono derivare e le conseguenze di un sicuro e lento disfacimento della Sua maggioranza, l’esperienza Le dice che l’attuale Assessore geologo Marcello Cutino nella scorsa legislatura aveva rassegnato le sue dimissioni per contrasti con la sua maggiorana sulla diversa visione delle tematiche ambientali e su atti e decisioni concordate a sua insaputa.

Si ricorda Signor “Sindaco” Gaspare Portobello? Stiamo parlando dell’ASSESSORE Cutino Marcello anche in riferimento alla richiesta di dimissioni avanzate dal gruppo Rinascita Isolana perché risulta essere parente acquisito di un nostro Concittadino che Lei in una seduta di Consiglio ha definito essere mafioso.

Scusi la digressione Signor “Sindaco” e andiamo avanti dunque………

Veda Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, Lei ha un grosso problema, come ho avuto il modo di dirLe in diverse occasioni in cui ho avuto il piacere di intrattenerLa: Lei si preoccupa TROPPO in chi io SIGNOR Pino Ciampolillo ripongo la mia fiducia, la mia credibilità, la mia disponibilità, la mia INTELLIGENZA, il mio estro, la mia fantasia. Io penso che questo non frega niente a nessuno, ma soprattutto, cosa non da poco mi creda Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, non incide minimamente sulla tenuta della legalità, della democrazia e della Trasparenza dell’Istituzione Comune che Lei dovrebbe rappresentare.

I Cittadini sono invece molto interessati al fatto che sulle elezioni amministrative di Isola, anche a seguito di quanto da Lei dichiarato in Consiglio Comunale, è aperta un’indagine della magistratura sul possibile intervento della mafia nelle ultime elezioni, sulla mercificazione delle elezioni amministrative, sulle consulenze, sulle concessioni edilizie rilasciate in prossimità delle elezioni e subito dopo, sull’operato dell’Ufficio Tecnico Comunale e sull’affidabilità di un pubblico dipendente, insomma su tutti gli atti che ha prodotto la Sua amministrazione. La Cittadinanza è invece preoccupata sulla richiesta fatta alle Autorità competenti di istituire una Commissione di Accesso per verificare l’eventuale e non auspicabile scioglimento del Consiglio Comunale di Isola delle Femmine. La caserma dei Carabinieri di Isola è ormai un continuo viavai di persone che denunciano fanno mettere a verbale quanto dichiarano di aver vissuto e subito in termini di legalità, malaffare e di poca trasparenza nell’operato della Pubblica Amministrazione di Isola. Purtroppo le ultime notizie di stampa sono un ulteriore conferma di questo stato di degrado. I Cittadini di Isola delle Femmine sono preoccupati delle indagini che la magistratura ha aperto sui fatti e misfatti di Isola delle Femmine. Grazie a Lei, al Suo gruppo politico, alla sua maggioranza la Sua definizione di Isola delle Femmine come “Isola felice” sta diventando disgraziatamente “l’isola dei famosi”, e quelle che venivano considerate “beghe di paese” si stanno rivelando delle lacerazioni del tessuto socio-economico-istituzionale di Isola delle Femmine.

Signor Sindaco Professore Gaspare Portobello la smetta di preoccuparsi della MIA PERSONA e valuti attentamente cosa io e i CITTADINI sani di questo PAESE abbiamo da dirLe. Spalanchi le orecchie, la mente ma soprattutto il cuore, si renda disponibile al confronto civile democratico e RISPETTOSO dell’interlocutore

Inizi per esempio a non autoincensarsi della Sua educazione rispetto ai Cittadini di Isola delle Femmine, mi segua Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello i cittadini hanno la capacità e l’intelligenza per apprezzare la Sua buona educazione.

Veda l’esempio della Signora che Lei altezzosamente ha redarguito fino a farla star male, oppure il fratello di un consigliere che si sente dire dei rischi in cui può incorrere il fratello se…, oppure gli interventi rabbiosi ed insultanti contro il MIO AMICO e concittadino Nino Rubino. Naturalmente e sono solo alcuni esempi.

Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, mi tolga una curiosità, come vive le accuse (ad onor del vero sono tutte accuse che andrebbero provate, e non bastano certamente le schede elettorali segnalate, oppure la facile licenza edilizia, o alcuni professionisti amministratori che firmano progetti costruttivi o dei sequestri di beni a parenti di dipendenti comunali, come non basta citare il caso denunciato da alcuni elettori cittadini che oltre alla promessa del solito posto di lavoro, hanno ricevuto un contributo economico per aver sponsorizzato la lista Progetto Isola del “Sindaco” Portobello e tutti gli altri casi denunciati alle Autorità Giudiziarie, come non bastano certamente le delazioni di alcuni mezzi di comunicazione Stampa Riviste Giornali e televisioni, fatte circolare in paese di probabili beneficenze della Calliope s.r.l. ad alcuni figli di amministratori consistenti in appartamenti) accuse di “mafiosità” che continuamente rivolgono a Lei oltre che a componenti della Sua giunta sino a coinvolgere alcuni componenti del suo gruppo politico. E’ pur vero che a queste “fastidiose” ed imbarazzanti presenze si contrappongono i baluardi della legalità rappresentati dal Presidente della Commissione bilancio il Consigliere Guttadauro, il baluardo della legalità rappresentato dal Vicepresidente del Consiglio geom Dionisi Vincenzo. SI! lo stesso consigliere che negli anni passati, CONTRO la sua parte politica, ha promosso alcune interrogazioni parlamentari contro la presenza mafiosa nell’amministrazione di cui già allora aveva in Lei la massima rappresentanza. La vedo sorridere le persone messe sotto accusa allora, continuano OGGI a presidiare il Comune. A fronte di questa situazione Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, mi creda, non Le conviene stare più con due piedi in una scarpa anche perchè comunque le scarpe si vendono sempre a paia. Si è lo stesso geometra Dionisi che va dicendo in giro “ …. fuss pi mia scurerei questo sito di isola pulita…” non rendendosi probabilmente conto, il Signor geometra Dionisi Vincenzo che oscurare un sito, chiudere un giornale, impedire di parlare, significa togliere spazi di democrazia di dibattito di discussione e di crescita umana sociale e spirituale di una comunità. Lungi da me strumentalizzare il pensiero dell’onorevole Gianfranco Fini, sulla libertà di espressione, probabilmente il geometra Dionisi Vincenzo ha fatto abiura del suo trascorso politico, rinnegando così le sue provenienze politiche, le sue battaglie contro il malaffare, contro la corruzione, le sue battaglie contro l’inquinamento mafioso della cosa pubblica. Il nostro comune amico geometra Dionisi Vincenzo, forse il paese che lui voleva servire (prima di essere eletto) si è numericamente rimpicciolito.

n.b. Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello l’onorevole promotore della interrogazione parlamentare (di allora) è lo stesso onorevole OGGI relatore di maggioranza sul caso della richiesta di arresto dell’onorevole Cosentino. Pensi! Signor “Sindaco” che Lei, nei giorni scorsi, ha avuto il piacere di un convivio cullinario in un ristorante del nostro paese. Immagino, sia stato bello, riparlare degli stessi problemi dopo tanti anni. Si è pur vero che ha dovuto faticare con l’interlocutore per fargli comprendere che quelli che ieri erano suoi avversari o quantomeno tali li considerava, OGGI sono i suoi più fidati SPONSOR. Grande il dilemma rimasto all’onorevole: Ma a Isola delle Femmine cosa cambia il tempo o le persone? L’onorevole ancora oggi è alla ricerca di uno straccio di risposta.

Complimenti Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello è riuscito a spiegare bene al Suo interlocutore questo doppiopesismo o come dicono gli esperti cerchiobottismo.

Infine Signor “Sindaco” in prossimità delle feste natalizie, il mio augurio che Babbo Natale Le porti in dono la Riscoperta del Suo senso dell’ UDITO per ASCOLTARE la ricchezza delle Idee, Proposte Suggerimenti dei Suoi interlocutori, un altro dono vorrei Le fosse recapitato la Riscoperta del Suo senso della VISTA per avere Lei la grande opportunità di ammirare l’immenso Amore, la grande Umanità che sta oltre il Suo “giardinetto” e che con i Suoi “paraocchi”oggi non riesce a vedere.

Con Stima e simpatia anche se non ricambiata il nano malefico

per gli AMICI Pino Ciampolillo

 

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/12/rinascita-isolana-abbandona-laula.html

ed ora passiamo al Consiglio Comunale di questa sera:

AL PRESIDENTE

DEL C.C.

 

AL SINDACO

 

AL PREFETTO DI PALERMO

DOTT. GIANCARLO TREVISONE

 

 

 

Oggetto: dichiarazione consiliare

 

Il gruppo “Rinascita Isolana” abbandona l’aula consiliare rilasciando la seguente dichiarazione che chiede sia inserita nel verbale della seduta odierna del Consiglio Comunale.

In seguito al rigetto della richiesta di concessione della sala “Padre Bagliesi” – depositata dal capogruppo Caltanissetta Giuseppe in data 12.12.09 – l’opposizione prende atto della repressione del dissenso e della volontà di tacitare l’opinione pubblica praticate dall’Amministrazione Portobello in modo costante in questi primi mesi di governo del Comune.

Affrontare il tema della legalità rappresenta per il sindaco un problema insormontabile, tanto da spingerlo a costringere il Presidente Giucastro a negare la parola ai consiglieri di minoranza; a replicare in modo inopportuno all’istanza di convocazione del C.C. presentata dall’opposizione in merito all’argomento “Infiltrazioni mafiose all’interno dell’Amministrazione Comunale di Isola delle Femmine”; ad impedire il dibattito durante il convegno-farsa dell’11.12.09, significativamente disertato dal Presidente della Commissione Regionale Antimafia; ad aggredire i cittadini che hanno il coraggio di denunciare il comportamento del sindaco ed il complesso di affari che ne hanno determinato il successo elettorale e – last but not least – a respingere la legittima richiesta del movimento politico “Rinascita Isolana” di poter disporre dell’aula consiliare per realizzare un dibattito pubblico sul tema: “Istituzioni e burocrazia: la sfida della legalità”.

I rappresentanti della minoranza consiliare invocano un pronto intervento del Prefetto perché si attivi per monitorare l’attività amministrativa del Comune di Isola delle Femmine ed assumere l’ormai necessaria decisione dello scioglimento per infiltrazioni mafiose.

La mortificazione della dignità istituzionale del Consiglio e del suo Presidente – a cui oggi chiediamo ufficialmente di prendere le distanze da un sindaco irrispettoso dei più elementari principi della democrazia, per evitare d’esser risucchiato nel vortice di arroganza, prevaricazione e vischiosità giuridica e politica che sta lentamente avvolgendo gli amministratori isolani – ben si inserisce nell’operato del Portobello, che ha conquistato il consenso elettorale a suon di concessioni edilizie; ha candidato all’interno della sua lista e poi voluto al suo fianco in Giunta i nipoti di persone già sottoposte a misure di prevenzione e condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso; ha proseguito nella sua gestione familistica della cosa pubblica – puntellata da assunzioni ad hoc, nomine di consanguinei di assessori e consiglieri, commissioni formate da parenti, amici e soci.

Un sindaco che rifiuta il confronto sul tema della presenza della mafia nel territorio isolano offre un’immagine distorta e deteriore della comunità isolana e aggrava i sospetti circa l’esistenza di un sodalizio affaristico che di fatto gestisce Isola delle Femmine.

Non è ammissibile che un sindaco non si pronunci sui recenti sequestri di beni immobili realizzati dai Ros nel nostro Paese, a quanto pare relativi a parenti dei vertici dell’UTC.

Non è ammissibile che un sindaco applauda l’on. Apprendi, che apertamente afferma la necessità di rimuovere amministratori locali e dirigenti con parenti mafiosi o comunque sospettati di esser vicini a Cosa Nostra, ed impronti poi il suo governo a comportamenti assolutamente opposti.

Non è ammissibile che un sindaco cerchi di darsi una credibilità antimafia e parallelamente prosegua ad occultare provvedimenti amministrativi scomodi, frequentare personaggi già destinatari di misure di prevenzione ex l.n. 646/82, intimare agli avversari politici – in modo sconveniente – di tacere.

L’antimafia di Portobello, Palazzotto e Cutino è l’antimafia del silenzio, l’antimafia delle concessioni edilizie, l’antimafia degli zii danarosi, l’antimafia degli zii assessori/consulenti/progettisti, l’antimafia delle Commissioni Edilizie blindate, l’antimafia dei convegni ad personam in cui è vietato prender la parola.

I consiglieri di “Rinascita Isolana” respingono l’accusa del sindaco di non aver digerito il risultato elettorale del 6 e 7 giugno 2009 e lo informano piuttosto di aver capito le ragioni del successo del gruppo “Progetto Isola” e di sperare che, adesso, queste ragioni vengano colte anche dalla Procura della Repubblica.

E lasciando l’aula si augurano che il Presidente Giucastro – del cui senso di responsabilità non dubitano – si ravveda: sulla vostra nave che affonda, chi resta a bordo non è un eroe. Annega.

 

Isola delle Femmine, 18.12.09 I consiglieri comunali


il comitato della legalità scrive e segnala:
 
Verifica immobile Paolo Aiello Corso Italia, Favaloro Giuseppa, Aiello Paolo Via Sciascia, Giucastro Giuseppe Via Verdi, Giucastro Alessandro Via Verdi, Billeci Pierina Via Sciascia, Lucido Salvatore Via Toscanini, D’Arpa Sandro Viale della Torre

Segnalazione Abusivismo D’Arpa Francesco padre dell’architetto D’Arpa Sandro Cpo Ufficio Tecnico Comunale di Isola delle Femmine


Contestazione verbale di ordinanza a Romeo Antonino Via Toscanini e denuncia condizionamenti da parte dell’amministrazione all’architetto Albert Giovanni (licenziato qualche anno addietro, a seguito di una sentenza è stato reintegrato in servizio. Il licenziamento a seguito dell’accusa di “celare” oltre 800 pratiche di sanatoria edilizia, in realtà aveva denunciato casi di abusivismo contro gli stessi amministratori che poi con un delibera di giunta lo hanno licenziato. Isola delle Femmine zona franca non esiste il conflitto di interesse

Solidarietà con il Cittadino Giuseppe Ciampolillo

Comunicato stampa Isola Pulita sugli equivoci manifesti
A Isola delle Femmine è facile dimenticare. Tutto scivola addosso a certi personaggi ” politici”. Nulla li tange. Sono i Don Nuddu della politica Isolana Caricato da isolapulita. – I nuovi video di oggi.

  

 

 

 

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